Cannibalismo - Questioni di genere e serialità, di D. Costa

Cannibalismo – Questioni di genere e serialità, D. Costa, Tab Edizioni, 2023    

L’opera di Davide Costa traccia un’analisi approfondita del cannibalismo correlato alle questioni di genere e alla serialità, con un approccio transdisciplinare che include la sociologia, l’antropologia e la criminologia. Sono stati, infatti, analizzati cinque casi studio di soggetti cannibali: Leonarda Cianciulli, Andrei Chikatilo, i coniugi Baksheev, Jeffrey Dahmer, Armin Meiwes, nonché alcune divinità antropofaghe come Śiva. I tratti comuni tra il modus operandi dei serial killer studiati e i culti cannibali lasciano ipotizzare l’esistenza di un istinto atavico di tipo sociopsicologico e śivaista in questi soggetti.

 

Qui, l’articolo dell’Autore sul nostro Blog.


Il Golem - Tutto quello che dovremmo sapere sulla scienza, di H. Collins & T. Pinch

Il Golem – Tutto quello che dovremmo sapere sulla scienza, di H. Collins & T. Pinch, Edizioni Dedalo, 1995    

Per la prima volta, un libro di scienza ma soprattutto un libro sulla scienza, presentata come un’attività umana con errori e debolezze: una questione di abilità più che di logica.

 

Qui, l’articolo di Teo Donolato con alcune considerazioni sulla scienza, a partire da Il Golem:

«La scienza sembra essere o tutta buona o tutta cattiva»; così inizia Il Golem, saggio pubblicato nel 1993 dai sociologi Harry Collins e Trevor Pinch. 

Il testo prende le distanze da una visione strettamente dicotomica dell’impresa scientifica che ne considera solo gli estremi (o tutta buona o tutta cattiva) e ne dà un giudizio etico. 

Ma allora, addentrandoci nella trama e dei casi raccolti da Trevor e Pinch, viene da chiedersi: che cos’è la scienza?

Secondo gli autori, essa è un golem: «un umanoide creato dall’uomo con acqua e argilla, con incantesimi e magie»; esso ha una forza formidabile, ma è goffo e addirittura pericoloso: «se non è sottoposto a controllo, un golem può distruggere i suoi padri con la sua smisurata energia». Scopo di questo libro, allora, è di mostrare come la scienza sia a tutti gli effetti un golem, quindi non un’entità necessariamente malvagia ma una creatura che, nonostante la sua forza, si rivela impacciata e maldestra.

Continua a leggere l’articolo...


Effective Altruism Is Pushing a Dangerous Brand of ‘AI Safety’ - da Wired

THROUGHOUT MY TWO decades in Silicon Valley, I have seen effective altruism (EA)—a movement consisting of an overwhelmingly white male group based largely out of Oxford University and Silicon Valley—gain alarming levels of influence.

EA is currently being scrutinized due to its association with Sam Bankman-Fried’s crypto scandal, but less has been written about how the ideology is now driving the research agenda in the field of artificial intelligence (AI), creating a race to proliferate harmful systems, ironically in the name of “AI safety.” – seguite il link per leggere l’articolo.


Saggio sul dono - Forma e motivo dello scambio nelle società arcaiche, di Marcel Mauss

Saggio sul dono – Forma e motivo dello scambio nelle società arcaiche, di Marcel Mauss, Einaudi Editore, 2002

Apparso nel 1923-24, il Saggio sul dono di Marcel Mauss è diventato una vera pietra miliare dell’antropologia. L’individuazione, all’apparenza semplice, ma invece sottile e feconda delle tre caratteristiche del dono, darericeverericambiare, ha posto le basi per la formulazione di una teoria più ampia, quella relativa al «fatto sociale totale». Le relazioni tra gli uomini nascono dallo scambio. Scambio che viene avviato con un dono di una delle parti all’altra, la quale si sentirà in obbligo di contraccambiare tale dono, innescando così una catena di scambi. Ma non sono solo gli oggetti a circolare, dice Mauss, anche lo spirito del donatore viaggia insieme al dono, dando così vita a un legame tra gli individui che va ben al di là del puro scambio economico. Ecco allora che l’atto del donare non si limita a un passaggio di beni, ma mette in gioco la totalità degli elementi culturali che caratterizzano una società.

A ottant’anni dalla sua pubblicazione il saggio di Mauss, che ha influenzato moltissimi antropologi del passato, si presta ancora oggi a interpretazioni attuali che ci fanno scoprire come, anche in una società dominata dal mercato, si annidano ancora molti momenti della nostra vita dove il dono è un protagonista fondamentale.


La bellezza come metodo, di Paul A. M. Dirac

La bellezza come metodo, di Paul A. M. Dirac, Raffaello Cortina Editore, 2018

A cura di Vincenzo Barone

“Il ricercatore, nel suo sforzo di esprimere matematicamente le leggi fondamentali della Natura, deve mirare soprattutto alla bellezza.” Così scrive il grande fisico teorico Paul Dirac, le cui riflessioni sono raccolte qui per la prima volta. Il principio di bellezza matematica svolge secondo Dirac una duplice funzione. Nel contesto della scoperta, la bellezza determina la direzione della ricerca, nel contesto della giustificazione – ed è questa la tesi più forte –, la bellezza è la qualità che permette di giudicare una teoria, più ancora dell’accordo con le osservazioni. Nella sua scienza, Dirac usò con impareggiabile efficacia il criterio di bellezza come un modo per trovare la verità.

“Un libro che illustra splendidamente l’estetica matematica di Dirac, un aspetto cruciale del suo modo di pensare la natura.”

Graham Farmelo


Maniac, di Benjamín Labatut

Maniac, di Benjamín Labatut, Adelphi, 2023.

Quando alla fine della seconda guerra mondia­le John von Neumann concepisce il MANIAC – un calcolatore universale che doveva, nel­le intenzioni del suo creatore, «afferrare la scienza alla gola scatenando un potere di cal­colo illimitato» –, sono in pochi a rendersi conto che il mondo sta per cambiare per sem­pre.

Perché quel congegno rivoluzionario – parto di una mente ordinatrice a un tempo cinica e visionaria, infantile e «inesorabil­mente logica» – non solo schiude dinanzi al genere umano le sterminate praterie dell’in­formatica e dell’intelligenza artificiale, ma lo conduce sull’orlo dell’estinzione, liberan­do i fantasmi della guerra termonucleare. Che «nell’anima della fisica» si fosse annidato un demone lo aveva del resto già intuito Paul Eh­renfest, sin dalla scoperta della realtà quan­tistica e delle nuove leggi che governavano l’a­tomo, prima di darsi tragicamente la morte. Sono sogni grandiosi e insieme incubi tre­mendi, quelli scaturiti dal genio di von Neu­mann, dentro i quali Labatut ci sprofonda, lasciando la parola a un coro di voci: delle grandi menti matematiche del tempo, ma anche di familiari e amici che furono testi­moni della sua inarrestabile ascesa. Ci ritro­veremo a Los Alamos, nel quartier generale di Oppenheimer, fra i «marziani unghere­si» che costruirono la prima bomba atomi­ca; e ancora a Princeton, nelle stanze dove vennero gettate le basi delle tecnologie digi­tali che oggi plasmano la nostra vita. Infine, assisteremo ipnotizzati alla sconfitta del cam­pione mondiale di go, Lee Sedol, che soc­combe di fronte allo strapotere della nuova divinità di Google, AlphaGo. Una divinità ancora ibrida e capricciosa, che sbaglia, de­lira, agisce per pura ispirazione – a cui altre seguiranno, sempre più potenti, sempre più terrificanti.
Con questo nuovo libro, che prosegue ideal­mente Quando abbiamo smesso di capire il mon­do, Labatut si conferma uno straordinario tessitore di storie, capace di trascinare il letto­re nei labirinti della scienza moderna, la­sciandogli intravedere l’oscurità che la nutre.


Non morire, di Anne Boyer

Non Morire, di Anne Boyer, Ed. La nave di Teseo, 2020.

Una malattia mediata dagli schermi digitali, tra blogger, truffatori e feticisti del cancro, ma anche dalle pagine della grande letteratura, da John Donne a Susan Sontag.

«È un libro che non si riesce a smettere di leggere. Una delle descrizioni più belle del mondo del cancro. Di chi non ce la fa e ti abbandona. Della chemioterapia che “è una lunga attesa di essere chiamati per nome”. Delle narrazioni eroiche e intollerabili e dell’imperativo ambivalente a essere positivi» – Chiara Lalli, La Lettura

Una settimana dopo il suo quarantunesimo compleanno, ad Anne Boyer viene diagnosticato un cancro al seno altamente aggressivo. Per una madre single che vive del suo stipendio, abituata a prendersi cura del prossimo e che ora si trova invece a dover contare sugli altri, è un cambiamento traumatico, ma anche l’occasione per raccontare la malattia con parole nuove. Così la forza e la precisione della scrittura riscattano la fatica di un percorso segnato dall’incredibile macchina del profitto messa in opera dal capitalismo sulla nostra salute, capace di distribuire in modo iniquo sofferenza e morte secondo sesso, classe sociale, razza.


Sociologia della Scienza e della Tecnologia, di G. Gobo e V. Marcheselli

Sociologia della scienza e della tecnologia

Viviamo in un’epoca di ritorno dello scientismo, quell’atteggiamento intellettuale per cui il sapere scientifico dev’essere a fondamento di tutta la conoscenza, anche in etica e in politica. Gli indizi sono tanti, fra cui l’ampio uso nel discorso pubblico di espressioni quali “anti-scientifico”, “naturale”, “oggettivo”, “realtà dei fatti”, “vera verità”, “evidence-based”, “pseudoscienza”, “teorie complottiste”, “fake news”, “post-verità”.

Una costellazione di termini tesa a fornire una visione rassicurante della scienza, pensata come impresa dai confini precisi e dai risultati inequivocabili. Questo ritratto caricaturale mal si concilia con la presenza, al suo interno e sin dalla sua nascita, di inevitabili controversie, tesi divergenti e prospettive plurali.

È perciò urgente, oggi più che mai, ripensare la scienza. A partire dal riconoscere l’ineliminabile circolarità tra questa e la società. Considerare la scienza (anche quella apparentemente più impersonale, ad esempio la matematica) come impresa umanistica, sociale e culturale non la sminuisce affatto. Al contrario, la rende più aperta, morale e utile.

Quindi un nuovo umanesimo scientifico, che riconosca natura e società come ibridi (anziché entità separate), ci invita a essere per metà realisti e per metà relativisti.