Di recente, un’azienda di comunicazione ha reso nota un’esperienza di uso ibrido tra intuizione umana e capacità dell’intelligenza artificiale. L’azienda è stata incaricata da un cliente di sviluppare un nuovo prodotto nella linea dei prodotti da forno salati. 

Va ricordato che nel marketing, quando si parla di prodotto si intende – come minimo – la combinazione tra prodotto fisico (in questo caso, quello che si mangia), prezzo, posizionamento, packaging e immagine visuale.

Per realizzare questa operazione, l’agenzia ha avviato una ricerca sensoriale con giudici umani professionisti, coinvolgendo anche consumatori e community online di potenziali consumatori, che hanno definito le caratteristiche di sapore, consistenza e dimensioni, del prodotto fisico.

Poi, utilizzando le informazioni raccolte, ha chiesto a un sistema di Intelligenza Artificiale di generare dei visual evocativi che rappresentassero le caratteristiche desiderate del prodotto. Queste immagini hanno dato input a designer e addetti al marketing per sviluppare la dimensione di immagine e packaging del prodotto, da proporre al cliente.

Il risultato, il prodotto che sarà proposto sul mercato, costituito dalle diverse componenti, sembra essere, quindi, un ibrido tra creatività umana e lavoro di analisi e di sintesi svolto da una macchina.

Questo processo sinergico uomo-macchina sembra aver amplificato la creatività umana e pone la consueta domanda: il ruolo dell’ingegno umano è insostituibile? La IA può concepire modi di pensare differenti – magari non migliori ma sicuramente alieni – da quelli possibili per un umano? Grazie alle macchine intelligenti, può estendere il concetto stesso di creatività?

Proviamo a fare una prima razionalizzazione di questo tipo di approccio ibrido:

  • In un processo di brainstorming, ogni partecipante espone la sua personale idea dell’argomento. Quando le idee sono esaurite, si fa un compendio delle possibili soluzioni reali. Al termine, si sceglie una o più di una per essere approfondite e una per essere sviluppata.
  • Se Inseriamo la I.A. nel processo, questa può essere ennesimo partecipante che avanza una sua proposta, nata – evidentemente dai dettagli o dalle omissioni delle altre. 
  • Al termine del processo, la I.A. può fare il compendio di tutte le proposte e restituirlo all’umano, che lo rielaborerà con il suo pensiero e stile personale.

Se intensifichiamo l’ibridazione, possiamo immaginare che la I.A. generi – sulla base della conoscenza acquisita – anche un compendio completo di esempi, fatti e contraddittorio, mantenendo un “tono di voce” nello stesso tempo riflessivo e inclusivo. L’umano potrà, poi, personalizzare questo compendio secondo la propria sensibilità e stile. 

Questo modello di approccio unirebbe la velocità della I.A. alla profondità della riflessione umana, favorendo la naturale tendenza umana a risparmiare energia come strategia di sopravvivenza. Alla IA si può affidare il compito più gravoso, tenere traccia e organizzare i contenuti, che svolgerà velocemente. L’uomo può ri-elaborare i contenuti con il proprio tocco personale.

Il risultato finale si può considerare una soluzione accettabile? Potremmo chiederlo all’umano e alla macchina, reiterando il processo fino a quando l’umano risponde positivamente. 

Come può essere definita la forma intellettuale del risultato? Ci sarebbe arrivato comunque l’uomo? Ci sarebbe arrivata la macchina tra i suoi scenari possibili attingendo allo scibile a sua disposizione?

Di fatto, sembra assodato che l’ingegno umano sia caratterizzato dalla capacità di pensare in modo critico, di immaginare nuove possibilità e di trovare soluzioni non convenzionali ai problemi. 

Queste qualità sono difficili da replicare completamente con la tecnologia, anche con i progressi dell’intelligenza artificiale. Questa può analizzare grandi quantità di dati e identificare modelli, ma – per ora – manca di intuizione e di pensiero laterale. 

Inoltre, l’ingegno umano è spesso guidato da emozioni, esperienze personali e valori culturali, elementi che la tecnologia non può replicare completamente.

Un prodotto sviluppato congiuntamente da umano e I.A. può essere considerato – a nostro parere – una nuova tipologia di prodotto, poiché rappresenta una fusione delle capacità uniche di entrambi, e neutralizzare felicemente la tensione tra le visioni apocalittica e integrata di queste nuove tecnologie.

 

Autore

  • Ingegnere elettronico, manager in una multinazionale, matematico e scrittore. Cerca l’intelligenza nell’intelligenza artificiale. E forse la trova: o tutto è intelligenza oppure niente lo è.

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