Non sappiamo se “la bellezza salverà il mondo”, come si sente ripetere ultimamente con una retorica abbastanza stucchevole (e ipocrita). Certo è che nel mondo attuale la produzione di bruttezza va in uno con l’inarrestabile e insensata “crescita” che caratterizza il declinante tardo-capitalismo espanso a scala globale. Basti pensare all’avanzare continuo della cementificazione e del «consumo di suolo», in particolare in Italia (dove, secondo l’ultimo rapporto ISPRA, ogni giorno in media 230.000 mq. di terreno vengono coperti da superfici artificiali). Così come fa continui progressi l’indifferenza anche verso i valori estetici e paesaggistici, salvo il loro recupero banalizzante in chiave di mercificazione turistica.
Erano temi, questi, cari a Pier Paolo Pasolini, come parte della sua più generale postura critica verso il mondo contemporaneo, che chiamava anche “l’universo orrendo”. Un mondo che, a suo parere, stava riuscendo a unificare perversamente le diverse classi sociali nel consenso a un presente neocapitalistico, fra le altre cose totalmente disinteressato alla tutela dei «segni del passato» e dell’integrità dei paesaggi (storici e naturali). E si occupa di questi temi, invocando una (improbabile) lotta politica di massa per la bellezza, l’articolo del 1969 che qui proponiamo, per ricordare la figura del grande poeta e intellettuale italiano, a cinquant’anni dalla sua morte.
(Toni Muzzioli)
NOTA AL TESTO:
l’articolo, che si riferiva alle battaglie per la difesa del patrimonio storico-artistico e naturale dell’associazione Italia Nostra (fondata nel 1955 da un gruppo di intellettuali, tra i quali Elena Croce e Giorgio Bassani), fu pubblicato con il titolo «Italia Nostra» non otterrà nulla sulla rivista “Tempo”, n. 12, 22 marzo 1969 ed è tratto da: Pier Paolo Pasolini, Il caos, a cura di Giancarlo Ferretti, Roma, Editori Riuniti, 1995 [1.ed. 1979], p. 117-119.
«Italia Nostra» non otterrà nulla
di Pier Paolo Pasolini
In Italia c’è una organizzazione per la difesa del patrimonio artistico e paesaggistico nazionale. Si chiama «Italia Nostra». Ma io mi chiedo: Italia nostra di chi? «Italia Nostra» ha combattuto delle buone lotte: anche nobilmente. Ma il mio amico Giorgio (Bassani) e gli altri amici che lavorano e lottano per «Italia Nostra» non si offendano se li pongo davanti a dei problemi.
1) «Italia Nostra» equivale a «Italia della borghesia», nella fattispecie di una piccola élite borghese intelligente, che ha saputo trasformare il privilegio in cultura. Ma tutta la sottocultura borghese italiana, non c’è alcun dubbio, non riconosce l’Italia in «Italia Nostra».
2) La classe operaia, ormai influenzata non solo dai vecchi poteri, ma dal nuovo potere industriale transnazionale – che sta accantonando i poteri politici nazionali – non «sente» in alcun modo il problema della sacralità del passato. Anche se comunisti, gli operai hanno, rispetto ai monumenti e al paesaggio, lo stesso atteggiamento di un tecnico neocapitalista, che, operosa formica, si dà da fare, innocente e stupido, a ricostruire daccapo il mondo.
«Italia Nostra» dunque non otterrà mai nulla, se non trasformerà la sua lotta in lotta politica. Per fare questo, deve prima di tutto distinguersi dalla restante borghesia (che ha monumenti e paesaggi nelle mani) e spossessarsi di ciò che ha (ossia monumenti e paesaggi): atto mistico impensabile, da parte dei componenti della associazione «Italia Nostra». In secondo luogo, essa dovrebbe rendere popolare il «problema del passato» presso chi non ha mai partecipato alla storia, se non passivamente, come classe dominata. Anche questa operazione è pressoché impensabile: infatti gli uomini politici (lo so da fonte diretta) non prendono in considerazione le esigenze di «Italia Nostra», appunto perché tali esigenze non sono popolari: e anzi, renderebbero impopolare l’uomo politico che se ne occupasse.
A questo punto, dunque, bisognerebbe prendere per il bavero gli uomini politici e costringerli a occuparsi del «problema della bellezza»: se non altro cominciando col renderlo popolare (se hanno tanta paura di perdere voti). Prendere per il bavero gli uomini politici significa, poi, adottare metodi nuovi di lotta politica. Quelli adottati spontaneamente, per esempio, dagli studenti. Ma è pensabile questo? È veramente così «politicamente» forte l’ideale di bellezza che anima i soci di «Italia Nostra», da convincerli a scendere in piazza, a occupare monumenti e paesaggi, a digiunare, o urlare con la necessaria violenza (quella che conduce a prendere le botte dai poliziotti)?
Ma, a questo punto, dovrebbero intervenire, in appoggio dello sparuto gruppo di persone che amano disperatamente i segni del passato in quanto bellezza, cioè integrazione del presente, altri gruppi di persone: una politica di alleanza, insomma. Scenderebbero in piazza, in tal caso, i giovani? Sarebbe stupendo che si accendesse una lotta – «estremistica» intendo dire – in difesa di un vecchio muretto borbonico, che uno sprezzante proprietario di aree sta per far abbattere per costruirvi una zona residenziale. Ma ciò non si verificherà mai. Perché puritanesimo rivoluzionario e puritanesimo industriale […] si identificano, e l’amore per la bellezza viene considerato peccato
Forse giustamente?
È questo, per concludere, il problema fondamentale: da Kaiseri [1] ad Arezzo il fronte della distruzione del vecchio mondo e della ricostruzione del nuovo (per ora orrendo) è potente, e passa di vittoria in vittoria, di trionfo in trionfo. La sua avanzata è inarrestabile. […]
NOTE:
[1] Pasolini era reduce da un recente soggiorno a Kaiseri (la Cesarea di Cappadocia), in Turchia, per le riprese di Medea. (NdR)
Autore
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Laureato in filosofia, si occupa di questioni politiche e economico-sociali con gli strumenti della teoria critica e in una prospettiva eco-socialista. Ha pubblicato articoli e saggi su varie riviste e siti web, tra i quali “Marxismo oggi”, “Giano”, “L’ospite ingrato”, “Volere la luna”, “FormaCinema”. Sul sito ideeinformazione.org, espressione dell’omonima associazione politico-culturale, analizza e commenta dal 2022 l’inquietante deriva bellicista di un Occidente tanto pieno di armi quanto privo di idee: https://www.ideeinformazione.org/author/toni-muzzioli/ Ed è un peccato, perché ci sono cose che meriterebbero di più.
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